Sacco.
Alberto Burri, 1952.

“Antonellus Messaneus pixit” con questa iscrizione trompe-l’oeil Antonello da Messina firma uno dei suoi capolavori, il ritratto di un ricco mercante, dove il pittore riesce a catturare l’intima essenza del suo soggetto e traduce su tela un’introspezione psicologica ante litteram.
Giovanni Carlo Federico Villa, direttore di Palazzo Madama, ci porta alla scoperta di questa piccola e preziosa tela.

La storia di queste sculture inizia sulle rive dell’Elba. Augusto il Forte commissiona alla manifattura di Meissen degli animali in porcellana di grandi dimensioni per decorare il suo Palazzo Giapponese.
Si tratta di una commessa estremamente delicata, ma che rimarca gli altissimi esiti tecnologici e artistici raggiunti dalla porcellana europea del Settecento. 
Il museo conserva alcuni di questi grandi animali che Cristina Maritano – conservatore ceramiche, lapidario medievale e archeologia di Palazzo Madama – ci racconta.

Uno scrigno prezioso per contenere e trasportare oggetti di valore: è il cofano di Guala Bicchieri. Cassa in legno di noce riccamente decorata con smalti champlevé, è un capolavoro assoluto delle botteghe di Limoges.
Il committente e primo proprietario di questo scrigno fu il cardinale Guala Bicchieri, originario di Vercelli, dove fondò l’Abbazia di Sant’Andrea. Il cardinale fu diplomatico al servizio dello Stato della Chiesa e legato pontificio in Inghilterra dal 1216 al 1218.
Simonetta Castronovo – conservatore vetri, avori, smalti, oreficeria, metalli e cuoi di Palazzo Madama – ci porta alla scoperta di questo straordinario oggetto e del suo proprietario.